Mitsubishi L200 il...

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Mitsubishi L200 il pick-up samurai

Il Mitsubishi L200 si è presentato in questa nuova variante MY 2016 con molte novità, che gli hanno fatto davvero compiere un notevole passo avanti. I pick-up non sono solo americani. Anzi, uno dei veri cult di questo segmento è proprio il prodotto della casa dei Tre Diamanti, da più di quarant'anni è protagonista del settore dei veicoli da lavoro e svago. Questo L200, tra l'altro, è diventato incredibilmente simile ad un SUV, aumentando così anche comfort e stile.
Poi con quella speciale livrea samurai, come si fa a non passare inosservati?
 

Test drive Mitsubishi L200 Palermo


Un vero mito della sua categoria. È davvero difficile definire in altro modo il Mitsubishi L200, lo storico pick-up della casa dei Tre Diamanti che debuttò nell’ormai lontano 1970 e che ancora oggi, dopo più di quarant’anni, continua a dire la sua in un segmento affascinante e complicato come quello dei mezzi sia da svago che da lavoro. Concettualmente il pick-up è sempre stato associato alle enormi strade del Nord America, ma in realtà in Italia sono i Giapponesi a fare la voce grossa.
In particolare l’L200 è una vettura storica, che nonostante la legislazione italiana ne renda nettamente meno conveniente l’acquisto, rimane tra le più apprezzate dagli appassionati del genere. Quasi un cult. Ecco perché ci siamo messi al volante di questo Model Year 2016, che per l’occasione è stato personalizzato dal Gruppo Koelliker, importatore unico della casa nipponica per il nostro Paese, con un’originale e affascinante livrea a tema samurai.
Forse non esattamente una personalizzazione destinata a creare file davanti ai concessionari (tanto più che non è disponibile ufficialmente sul mercato), ma sicuramente un modo eccentrico per non passare inosservati.

Innanzitutto occorre specificare una differenza, che forse potrebbe essere poco chiara per chi non è avvezzo al segmento dei pick-up. L’L200 si presenta in due varianti di carrozzeria diverse. Quella che vedete nella nostra prova su strada è la Double Cab, caratterizzata da un maggiore spazio per i passeggeri (è infatti omologato per cinque persone) e dalla presenza di due portiere tradizionali per l’accesso alla zona posteriore. Il Club Cab, invece, è dotato solo di due piccole porte che si aprono controvento e lo spazio a disposizione per le persone è decisamente più scarso (a vantaggio però della capacità di carico del cassone posteriore). Si tratta di due soluzioni che la dicono lunga sullo scopo dell’L200: il modello Club Cab è palesemente quello da lavoro, con due posti completi e due decisamente di emergenza. Il Double Cab, invece, si presenta come una vettura ideale per chi non desidera acquistare più auto, ma ha precise esigenze di vita quotidiana e lavorativa. Con il Double Cab è possibile invece sia trasportare carichi pesanti durante la settimana che portare la famiglia in gita fuori città. Rispetto al modello passato le sue forme si sono decisamente modernizzate, andando a svecchiare una gamma che ultimamente stava iniziando a sentire un po’ troppo il peso degli anni. Nel nuovo L200 vi è tutta l’esperienza accumulata negli ultimi tempi dal marchio dei Tre Diamanti, in particolare pensando al nuovo Outlander, del quale l’L200 condivide diverse cose (anche il Pajero, però, ha lasciato la sua impronta, come vedremo).
Per sua natura ovviamente il cassone posteriore fa parte dell’aspetto esterno e si presenta come decisamente capiente. Precisiamo una cosa: un’altra caratteristica dell’L200 è la grande disponibilità di accessori, soprattutto per il cassone. Tra poco parleremo delle sue dimensioni originali senza aggiunte, ma con poche aggiunte si può arrivare ad ottenere un SUV vero e proprio con un notevole vano bagagli. Come detto, però, parliamo della zona di carico: aperta l’utile tapparella di chiusura, il vano si presenta largo 1.470 mm e alto 475 millimetri. Queste due misure rimangono invariate tra i due modelli, mentre la lunghezza è di 1.850 mm per il Club Cab e di 1.520 mm per il Double Cab, dove ovviamente lo spazio abitabile prende più spazio sul telaio. Abbiamo quindi a che fare con un cassone molto capiente, in grado di portare agilmente anche mezzi come moto e quad, ed è naturalmente pronto per l’aggancio di tutti i cavi di sicurezza che dovessero rendersi necessari. A tutto questo aggiungiamo la capacità di traino, che arriva fino a 3 tonnellate. Un vero “mostro” della strada, che però ora è divenuto decisamente più civile.

 

Mitsubishi l200 Palermo

Inarrestabile in fuoristrada, ma anche sull’asfalto se la cava

Naturalmente l’habitat naturale di questo pick-up è lontano dall’asfalto. L’L200 è da anni considerato uno dei migliori della sua categoria e questa variante non delude le attese. Questo bisonte della strada, nonostante i suoi 5,2 metri di lunghezza, possiede comunque un raggio di sterzata notevole e quindi la manovrabilità non risente eccessivamente della sua ingombrante presenza. Certo, per la retromarcia la videocamera diventa praticamente indispensabile, ma questo vale per qualsiasi mezzo così grosso. L’angolo di attacco da 30°, di dosso da 25° e di uscita da 23° sono i primi dati che ci lasciano intuire quanto possa essere agile il mezzo anche davanti a guadi e scollinamenti piuttosto impegnativi. Grandissimo merito, però, lo si deve al sistema di trazione integrale Super Select 4WD II, derivato direttamente dalla Pajero. È disponibile solamente sull’allestimento Intense, top di gamma della serie, ma ne vale davvero la pena se avete bisogno di percorrere strade molto accidentate. Grazie alle ridotte e al blocco dei differenziali, attivabile direttamente dall’abitacolo grazie ad un pratico comando e a una serie di segnali luminosi sul quadro comandi, l’L200 è in grado di passare dalla trazione posteriore di default ad uno dei 4×4 più efficaci della categoria. Non serve essere degli esperti di fuoristrada, perché la maggior parte degli ostacoli può essere sorpassato senza nessun particolare problema (certo, come sempre sapere cosa si sta facendo è comunque consigliabile). Già inserendo le ridotte e bloccando il differenziale centrale, il pick-up diventa una potenza. Lasciandolo sul 4×4 puro, invece, nessuna condizione di bassa aderenza sembra poterlo mettere davvero in difficoltà.

Anche sull’asfalto, comunque, l’L200 si difende molto bene, pur non toccando le vette dello sterrato. Il suo turbodiesel 2.400 (di cui parleremo tra poco) è sufficientemente scattante. Per essere un pick-up, tra l’altro, non è nemmeno molto rumoroso, a meno di non spingerlo davvero al massimo. Ovvio, vista la natura del mezzo non vi dovete aspettare comfort acustici particolarmente accentuati, ma per essere un mezzo di lavoro si comporta piuttosto bene. Occorre comunque aspettarsi uno stile di guida nettamente diverso, in quanto il raggio di sterzata comporta anche molto più gioco sullo sterzo e la sua altezza implica come diretta conseguenza il fatto che convenga affrontare le curve con un minimo di prudenza e senza esagerare. Tra l’altro le sospensioni più morbide, essenziali in fuoristrada, sull’asfalto rischiano di fare sentire maggiormente le asperità del terreno. L’equilibratura, però, è stata fatta piuttosto bene e ci è capitato in passato di provare fuoristrada di marchi molto prestigiosi con un comfort di guida minore sull’asfalto. Semplicemente suggeriamo di non guidare l’L200 come se fosse una spider sportiva e probabilmente stiamo solo ribadendo l’ovvio. L’assetto del mezzo è davvero ben calibrato e non noterete grandi differenze di guida tra i viaggi con cassone a pieno carico e quelli senza bagaglio.
 

 

 

Sorprendentemente agile

Il modello samurai è dotato del motore turbodiesel da 2.4 litri DI-D. È in grado di generare una potenza massima di 181 CV, mentre la coppia si assesta sui 430 Nm. Si tratta della variante più potente del pick-up, anche se lo stesso motore è comunque disponibile anche con potenza da 154 CV. Si tratta di un’unità decisamente efficace e sorprendentemente brillante per le medie del segmento. Nonostante il grande peso da scorrazzare in giro, le quasi due tonnellate del mezzo possono anche regalare qualche emozione, pur senza esagerare. La spinta è decisamente possente e la velocità massima si assesta su un rispettabilissimo 169 km/h. In autostrada è possibile, gestendo bene le marce, arrivare al limite di velocità di 130 km/h tenendosi poco sopra i 2.000 giri, con ovvie ripercussioni sui consumi e sul comfort di guida.
 

Mitsubishi L200 Palermo

Il voto che vi riportiamo è una media tra le 4 stelle dei consumi e le 3 dei costi. Spieghiamo bene perché: grazie alle modifiche apportate al nuovo motore e all’inserimento del sistema Start&Stop, i consumi dichiarati per questo L200 si assestano sui 6,9 litri/100 km. Come sempre si tratta del dato migliore ottenibile da questa meccanica, per cui nell’uso reale dovremo aspettarci un po’ di più. Una guida tranquilla, però, può anche potenzialmente riuscire a stare agilmente sotto gli 8 litri/100 km. Vista la sua natura, però, è bene non strapazzarlo troppo, altrimenti anche il consumo di gasolio è destinato ad alzarsi in maniera significativa. Per fortuna, però, il sistema su cui si basa questo pick-up è sufficientemente avanzato per riuscire a contenere l’utilizzo di combustibile.

Per quanto riguarda i prezzi, stiamo ovviamente toccando un capitolo molto scottante per l’Italia. I prezzi dell’L200 sono impegnativi, ma comunque la qualità raggiunta e la poliedricità del mezzo giustificano in maniera piuttosto netta i soldi richiesti. Il problema, purtroppo, sta più nella legislazione italiana. Essendo comunque considerato un prodotto destinato prettamente al mondo del lavoro, nonostante gli aggiornamenti che l’hanno reso più “macchina”, nel nostro Paese può essere omologato solamente come autocarro di categoria N1. Questo ne riduce sensibilmente la convenienza e il potenziale pubblico. Un vero peccato, in quanto il nuovo Mitsubishi L200 potrebbe benissimo fungere da vettura completa per le famiglie, con spazio e capacità di carico.

Ci spiace concludere con una delusione, ma purtroppo la risposta è no: la livrea samurai non è in vendita, ma è solo un progetto one-off di Mitsubishi Italia.

Tratto da motorionline.com

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